Lidia Muggianu
di Gloria Vanni
Nome: Lidia
Cognome: Muggianu
Nata a: Sorgono (Nuoro)
Professione prima di venire a Minorca: addetta sociale
Professione a Minorca: cuoca e pasticciera
«E ora cosa fai, Lidia?». La domanda è di rigore con Lidia Muggianu perché basta perderla di vista e quando la ritrovi è sicuramente impegnata in qualcos’altro. Eclettica anche a Minorca, cresciuta a Meana Sardo, in provincia di Nuoro, è così vulcanica che non sembra avere nulla della ombrosa quiete degli isolani. Quando ride, spesso, condivide risate aperte e coinvolgenti, tra parole a forma di saette. Devo correrle dietro in questa intervista vulcanica che inizia in Sardegna e arriva a Minorca nel 2015.
Partiamo dalla Sardegna. Lidia è giovane, ha poca voglia di studiare, vuole essere indipendente e decide di lavorare, perciò sceglie di accudire bimbi e anziani. A 20 anni i lavori sono precari, così fa il servizio civile che assicura una entrata fissa e le sue giornate sono scandite da turni per il 118, autoambulanze, corsi di primo soccorso. Poi, si iscrive a un’associazione di volontariato e va a Cagliari dove si occupa sempre di anziani e bambini.
Intanto si ritaglia lo spazio per una passione, la cucina. Per un anno segue un corso di pasticceria internazionale nel paese delle castagne, Aritzo, tra le montagne della Barbagia. «Poi, sono andata a fare uno stage di un mese da Bonci, pasticciere di Firenze, dove mi sono occupata dell’elaborazione di dolci tipici sardi e internazionali. Mi piace molto la pasticceria, sono creativa, sono appassionata di cucina, esperta utilizzatrice del Bimby o Thermomix. Devo avere ereditato l’estro della mia mamma che si alzava alle 4 del mattino per preparare biscotti e dolci tipici».
Il primo viaggio a Minorca è d’obbligo. Infatti, Maria Antonietta, sua sorella, dal 2012 vive sull’isola, nel 2014 diventa mamma di Richard, Lidia è la sua madrina e dopo un mese a Minorca l’innamoramento è totale tanto da scegliere di fermarsi, come precisa:
«Non parlavo una parola di spagnolo! Mi sono iscritta alla Scuola degli Adulti a Mahon, ho conosciuto Gabriella Foddi e ho iniziato a lavorare in cucina nel suo ristorante. Lavoravo al mattino, la sera andavo a scuola e nel 2016 ho preso il diploma di spagnolo. È stata una esperienza unica, c’erano studenti di tutto il mondo e ancora oggi sono in contatto con alcuni di loro. Poi, ho lavorato da Bar and Shoes in Plaza España, “bar de copas” che vendeva anche “avarcas” e borse artigianali. Con Pedro, il proprietario, ho imparato a fare caffè, cocktail, “pomada”. Mi ha insegnato a lavorare tanto, 14 ore al giorno. Quindi, ho fatto una bellissima esperienza al Boutique Hotel Ses Bruixes, preparando i brunch la domenica. Entravo alle 6 del mattino e uscivo alle 15, facevo la spesa per la colazione, torte, marmellate, diversi tipi di pane e uova. È stata una bella scuola di cucina!».
Lavorare in cucina è impegnativo. Lidia si prende una pausa dai fornelli e fa una stagione al Duty Free dell’aeroporto di Minorca – «ottima esperienza per fare pratica di lingue straniere» -, nel 2017 è all’ospedale Mateu Orfila prima in cucina e poi in sala, quindi è commessa al supermercato Suma del Claustre (2018) e nei due anni successivi è addetta alla vendita nel negozio Jack & Johns, abbigliamento da uomo a Mahon.
Esperienze che mi racconta in un italiano con accento sardo, ovviamente, mescolato a vocaboli in castigliano perché parla più lo spagnolo dell’italiano. Dal suo essere tempestosa e divertente, mi arriva una dolcezza ruvida o una ruvidezza dolce. Nel 2017 conosce Tullio Antonio Marzio Capoduro, proprietario della Pizzeria Mamma Mia, pizza a domicilio a Mahon. Lidia racconta:
«Ci siamo conosciuti per caso una sera in un locale, ero sola. Mi piace stare in compagnia ma amo anche stare da sola. In amore non sono stata fortunata. Ho conosciuto persone gelose e possessive: io non lo sono e perciò ero insicura. Tullio è il contrario, amo la sua dolcezza e la sua non gelosia. Mi ha aiutato a trovare il mio equilibrio. Viviamo insieme e, anche se non ho bimbi miei, mi occupo di Diletta, la figlia di Tullio, e di Richard, mio nipote».
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Così, tra un impegni professionali e famigliari nel cuore di Mahon, arriviamo all’inizio del 2021 e alla domanda che si pone Lidia: perché non profittare del fatto che c’è un locale di famiglia dove posso fare ciò che amo? Ne parla con Tullio che è d’accordo e Lidia torna a mettere le mani in cucina la mattina al Mamma Mia. E che manicaretti! Melanzane alla parmigiana, lasagne con ragù alla bolognese o con broccoli e scamorza affumicata, trofie genovesi con varie salse, tagliatelle all’uovo, spaghetti freschi e vari tipi di ravioli. E ancora, tiramisù, panna cotta (cioccolato, stracciatella, vaniglia), “brownie” (torta di cioccolato), tiramisù con le fragole di Minorca in estate.
A distanza di quasi due anni, facciamo un bilancio di questa scelta, Lidia?
«Positivo! Lavoro con tranquillità, ho molte soddisfazioni, le persone apprezzano una cucina italiana che si è adattata a Minorca. Preparo lasagne e melanzane secondo la tradizione sarda. Le melanzane, per esempio, sono fritte in olio d’oliva e poi riposano per 24 ore. Il tutto confezionato in razioni per due persone e tre misure diverse di teglie. Sono molto amate dai minorchini che comunque non disdegnano novità come i datteri con formaggio di capra e bacon. Ogni settimana faccio cinque chili di tiramisù e finiscono!».
Cosa fai quando non lavori?
«Non sto mai ferma! Mi piace andare in spiaggia, amo camminare e passeggiare. Amo curiosare, in città come nella natura vicina a casa: c’è sempre qualcosa di inedito da scoprire in un parco naturale come la S’Albufera des Grau».
Come ti trovi con i minorchini?
«Mi hanno sempre trattato bene e ho ottime relazioni con persone di ogni età. Sono contenta: mi hanno consentito di lavorare e non sono mai stata senza lavoro».
Cosa ti piace di Minorca?
«La tranquillità e la pace. A Minorca la domenica è tutto chiuso. Allora, vai a passeggiare, a fare escursioni, organizzi pranzi con amici e parenti. Non c’è movida, c’è poca vitta notturna, però c’è un altro tipo di vita, diversa tra estate e inverno».
Cosa consigli a chi sogna di venire a Minorca?
«Minorca è una isola con una sua ricchezza e bisogna arrivarci con le idee chiare su ciò che si vuole fare perché non è un luogo per tutti. Minorca è anche cara e devi darti da fare, devi avere una mente aperta e adattarti. Devi entrare tu nella mentalità dei minorchini e se vai d’accordo con loro, allora ti si aprono le porte. È fondamentale possedere un carattere umile e capacità di adattamento».
Umiltà e capacità di adattamento. Credo siano le parole più ricorrenti nelle interviste scritte finora. Parole che qualcuno forse considera obsolete. A mio avviso, viceversa, sono sempre attuali e contemporanee, tanto più quando i cambiamenti di vita avvengono in una isola nel cuore del Mediterraneo. Una porzione di terra limitata dal mare dove è possibile ritagliarsi un proprio spazio e, come indica anche la storia di Lidia, senza lavoro non si rimane, se si vuole. Alla fine, come sempre, ritorna “volere è potere” e lei è fonte d’ispirazione in fatto di saggezza (non solo) popolare. Grazie, Lidia!
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