Italiani a Minorca: Ivan Puglia
di Gloria Vanni
Nome: Ivan
Cognome: Puglia
Nato a: Mendrisio (Svizzera)
Professione prima di venire a Minorca: cameriere
Professione a Minorca: imprenditore nel settore della ristorazione
Ivan Puglia è un veterano di Minorca. Arriva la prima volta nel 1994 con papà Lucio per… vedere cosa si può fare. Ha 26 anni e, dopo la scuola alberghiera, vende auto per cinque anni. Il mondo della ristorazione, però, lo rivuole. Così, va a Londra per imparare l’inglese. Fa il cameriere solo un anno, però, perché il 24 maggio 1995 al numero 15 del Moll de Ponent, porto di Mahon, con il babbo apre il ristorante pizzeria Casanova.
Perché Mahon e non Ciutadella, Ivan?
«Perché Mahon era più sviluppata di Ciutadella. C’era vita notturna con il Pacha a Sant Lluís e altre tre discoteche. C’era un turismo internazionale. La gente la sera usciva e nei fine settimana in porto era difficile camminare. Non esisteva ancora la formula “tutto incluso” negli hotel e tutti andavano a mangiare fuori. Insomma, l’atmosfera era bellissima. A fine anni Novanta, Minorca ha iniziato a cambiare. Controlli e burocrazia hanno obbligato le discoteche a chiudere e gradualmente l’isola è diventata meta di coppie e famiglie. In porto è iniziato lo sviluppo del Moll de Levant e il Moll de Ponent, cuore della movida minorchina, oggi è vivo soprattutto di giorno per i turisti che scendono dalle navi da crociera».
C’era una volta la movida a Minorca, dunque. Fino al 1999 Ivan si divide tra Spagna e Italia. Lavora in estate a Minorca e in inverno con Mirko, amico di Forlì che ha una piadineria. “Impara l’arte e mettila da parte”, dice un proverbio. «Un giorno aprirò una piadineria», si dice Ivan.
Minorca è un paradiso che ti entra nel cuore. Il tempo passa e Ivan diventa papà di Gianluca e Simone, adolescenti italospagnoli nel 2020. Il ristorante pizzeria Casanova va bene: d’inverno è aperto venerdì e sabato, in estate è sempre aperto e ci lavorano in otto. Nel 2013 Ivan lo vende al suo socio e apre la yogurteria in Carrer de l’Àngel, angolo Plaza Colón, di fronte al Ses Palmeras di Roberto Saporiti. Un pezzetto d’Italia nel centro pedonale di Mahon!
Perché una yogurteria, Ivan?
«Perché ancora non c’era e avevo voglia di fare qualcosa di diverso. Sei mesi dopo, a Natale 2013, inauguro la piadineria ed è un successo. Ho realizzato un altro sogno. Amo lavorare con i ragazzi e mi ritengo fortunato di vivere in mezzo a loro. I ragazzini minorchini apprezzano e sono affezionati clienti. Accettano anche i miei interventi: per me l’educazione viene prima di tutto». E Ivan mi racconta un paio di episodi. Anche per lui il però è senza accento, alla spagnola. Una consuetudine tra gli italiani che qui si sentono a casa. Non è una questione di tempo, è più sentirsi parte di un luogo.
In inverno il locale dalla doppia anima, yogurt e piadine, apre le sere di giovedì, venerdì, sabato (anche a mezzogiorno) e domenica. In estate 7 giorni su 7, mezzogiorno e sera; da giugno a settembre dalle 11 alle 23.
«Lo yogurt gelato, come suggerisce la parola stessa, è fatto con lo yogurt che mantiene le sue proprietà nutrizionali e i suoi fermenti lattici, ideali per l’inverno e l’estate. Essendo anche senza glutine, sano e leggero, il nostro yogurt gelato è adatto a tutti i tipi di pubblico: atleti, adulti, bambini che lo trovano particolarmente divertente grazie alla versatilità delle guarnizioni calde e fredde…», leggo sulla pagina di presentazione di Yog.it.
Freschezza, qualità e ingredienti italiani sono all’ordine del giorno. Come spiega Ivan Puglia:
«Tutto è preparato al momento: piadine, focaccine, panini, pizzette. La piadina più amata è quella classica con formaggio squacquerone, prosciutto crudo e rucola».
Ho voglia di mangiarne una ma, a volte, anche a Minorca il tempo è tiranno: Ivan Puglia deve andare ad allenare i suoi ragazzi sul campo di calcio.
Perché hai scelto di restare a Minorca?
«Perché è un luogo che ti consente una vita tranquilla. Perché lasci i tuoi figli a giocare in giardino senza preoccupazioni. Perché anche se lavori tanto in estate e per tre, quattro mesi non fai altro, il resto dell’anno lo dedichi a te stesso, alla famiglia, a ciò che ami. In inverno faccio tutto ciò che non posso fare in estate!».
Consigli per chi sogna di venire a vivere a Minorca?
«Bisogna cambiare il proprio microchip nel cervello. Non si viene qui per arricchirsi bensì per fare una vita più semplice e sana. Poi, occorre abbandonare materialismo e consumismo. C’è un detto: “A Minorca manca tutto ma tutto avanza”. È così. Aggiungi che la gente è molto legata alle proprie tradizioni ed è riservata o diffidente, come tutti gli isolani. Io li ho convinti quando ho iniziato a lavorare anche in inverno. Così, poco a poco, sei un volto e un vicino conosciuto che c’è tutto l’anno».
Tutto l’anno sembra essere chiave di volta. La misura con cui sei riconosciuto e accettato a Minorca. Forse accade ovunque nel mondo: non sono qui solo nel periodo migliore ma scelgo di viverci tutto l’anno, accettando umidità e vento, l’altra faccia della medaglia o il “lato B” dell’isola.
Con questi pensieri ritorno a casa. Ho salutato Giorgia, compagna di Ivan. Lavora in aeroporto per una compagnia che offre servizi di trasferimento. Come altri italiani a Minorca, non ha voglia di essere intervistata da nessuno e… mi piace la sua gioiosa riservatezza. Ho salutato Ivan che sente stretta l’etichetta d’imprenditore perché non pensa solo al business. E precisa: «Lavoro perché mi piace, il lato umano per me è fondamentale».
Anche a Minorca ci sono imprenditori che mettono cuore, passione, soddisfazione prima del guadagno. Che sia una ricetta per un mondo migliore lo dicono in tanti. Sembra che ancora pochi la usino, Ivan è uno di questi, io pure.
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