In giro per Minorca per scoprire 7 prodotti/piatti tipici da non perdere

Attraversiamo l’isola da ovest a est alla ricerca della sua gastronomia tradiezionale

Quando si sbarca per la prima volta a Minorca si ha la piacevole e insondabile sensazione di esserci già stati. Succede a molte persone. Ci si connette immediatamente con l’isola. È accattivante. È relativamente piccola – da un capo all’altro sono esattamente 53 chilometri – ma anche così, conserva in sé una personalità intensa che affonda dolcemente, senza fretta, dentro di te.

È anche il primo posto in Spagna dove sorge il sole. Quando soffia la tramontana, il mare si illumina e le onde scuotono la costa con forza. Tuttavia, questo, semmai, aumenta ancora di più il suo magnetismo. È un’isola naturale, spontanea, un po’ riservata, sì, ma indomita, e non sembra avere alcuna intenzione di smettere di esserlo.

La gastronomia deve avere qualcosa a che fare con questo “personaggio”. Siamo ciò che mangiamo, dicono. A Minorca c’è un rispetto reverenziale per l’origine delle cose. La sua cucina è semplice, elementare, e trae i suoi ingredienti dalla terra e dal mare più vicino. Per provarlo, abbiamo attraversato l’isola da Cittadella sulla costa orientale, assaggiando sette dei suoi piatti più essenziali.

Cittadella

Melanzane ripiene

Come già detto, l’isola ha due estremi: Ciutadella e Mahon. È molto comune iniziare qualsiasi tour in una di queste due città. O in barca verso uno dei due porti, o in aereo verso l’aeroporto, situato a pochi chilometri da Mahon.

Questa volta, abbiamo iniziato la nostra visita nel centro storico di Cittadella, una città con una certa aria signorile. Si consiglia di passeggiare per le stradine della città vecchia, dal porto al castello di Sant Nicolau, e di fermarsi a fare colazione in una delle piccole terrazze della Plaza del Born o della Plaza de ses Voltes (via dello shopping).

La gastronomia minorchina è sempre stata collegata alla cura dell’ambiente circostante. Essendo un’isola, ha dovuto sopravvivere con i prodotti a disposizione. Una parte fondamentale di ciò che ha trovato la sua strada in cucina è stata la verdura. L’orto è stato una delle principali risorse dell’isola. La melanzana ha sempre avuto un ruolo da protagonista, soprattutto in estate (le melanzane coltivate a Minorca sono piuttosto piccole, tenere e molto bianche all’interno).

Ogni famiglia aveva il suo modo di fare le melanzane al forno, di riempirle e anche di tagliarle.

Il primo dei piatti che vi proponiamo sono le melanzane al forno. In realtà, ogni famiglia aveva il proprio modo di prepararlo, di mettere un ripieno o un altro, e anche di tagliare le melanzane. Il più comune fra tutti era quello di preparare il ripieno con altre verdure, per poi cuocerle in forno ricoperte di pangrattato, con aglio e prezzemolo tritati.

Dov’ è possibile mangiare le melanzane ripiene a Cittadella? Se facciamo una passeggiata nel centro storico, troveremo un ristorante incantevole, Es Tast de na Sílvia (l’unico ristorante delle Baleari certificato come slow food e a chilometro 0), dove da molti anni cucinano melanzane minorchine.

Ferreries

Vino di Minorca

Più o meno al centro dell’isola, troviamo una delle città più affascinanti dell’interno: Ferreries. È un posto molto interessante da esplorare. Non solo la sua chiesa di Sant Bartomeu, attorno alla quale è cresciuto il paese, ma vale anche la pena andare in cima a una collina dove si trova l’antico castello di Santa Àguedail terzo punto più alto dell’isola dopo il Monte Toro (358 metri) e S’Esclusa – l’ultima roccaforte degli arabi sull’isola.

Il vino viene prodotto a Minorca da centinaia di anni. Nel 18° secolo, gli inglesi diedero ancora una volta un contributo importante (non solo al vino, ma anche al gin) per rifornire le loro truppe d’occupazione. In questa zona interna, c’è un’enorme diversità di fattorie e antiche proprietà che funzionavano con il sistema delle medianeras, in cui il proprietario, conosciuto come señor, metteva la terra e il contadino era responsabile di lavorarla.

Fino all’arrivo del turismo, questo era il modo di vivere dei minorchini. Molti di questi luoghi sono stati convertiti in alberghi rurali o agriturismi, dove sono esposti i metodi ancestrali di fabbricazione del vino, del formaggio o dell’olio.

Dove fare una degustazione di vini a Ferreries? Non lontano dal centro si trova uno di questi luoghi trasformato in cantina e ristorante gastronomico: l’Hort de Sant Patrici. Circondato da vigneti di merlot, cabernet sauvignon e syrah, producono uno dei vini dell’indicazione geografica protetta de la terra Illa de Menorca.

Fornells

Zuppa (o caldereta) di aragosta

Non si può parlare di gastronomia minorchina e non menzionare la caldereta de langosta, e non si può menzionare la caldereta de langosta e non pensare alla tranquilla baia di Fornells. Quindi puntiamo al nord dell’isola. Lì il vento sferza con tutta la sua forza, è la prima cosa che si incontra quando si arriva a terra. Ma le sue case bianche e il suo piccolo porto, raccolto intorno alla chiesa, resistono all’assalto. È un autentico villaggio di pescatori.

La caldereta resiste anche alla prova del tempo. E, di fatto, è diventata ancora più forte. La sua ricetta, che va da aprile ad agosto, si basa sull’abbondanza di aragoste rosse (Palinurus elephas) che vivono nelle cale vicine.

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Si tratta di un piatto tradizionale a base di frutti di mare, fatto dai pescatori che lo cucinavano in una pentola di argilla (un caldero, da cui il suo nome), con una base di verdure, fritte, degli orti locali, sottili fette di pane e con frutti di mare o diversi tipi di pesce. L’incorporazione dell’aragosta è relativamente recente.

Dove mangiare una caldereta a Fornells? Per gustare una caldereta de langosta ci sono numerosi ristoranti in tutta l’isola: Es Cranc, Sa Llagosta o Es Port la preparano da molti anni con risultati quasi sempre eccellenti.

Es Mercadal

Pastissets

E’ inutile ribadire quanto le altre culture abbiano influenzato la cucina minorchina. È ovvio. Nuove idee, tecniche più avanzate e altri prodotti che, per svariati motivi, sono molto apprezzati dalla gente del posto. Quattro esempi chiari sono gli ebrei, gli arabi, i francesi e gli inglesi. La loro presenza ha lasciato un segno profondo in questo senso, soprattutto nella creazione di dolci, torte e dessert. È forse una delle destinazioni in Spagna con la pasticceria più varia. E Es Mercadal, nel cuore di Minorca, è uno dei luoghi essenziali da vedere di persona.

È vero che a Minorca la ensaimada è la “regina. Tuttavia, Minorca è anche rubiols, crespells, coca, congret, panet de mort e carquinyols. Le ricette si preparavano secondo il calendario delle feste: greixeres a Carnevale, formatjades a Pasqua, ensaimadas con cioccolato caldo durante le feste estive, buñuelos a Ognissanti o tortada, turrones e cuscussó a Natale.

E, naturalmente, i pastissets: deliziosi dolci a forma di fiore, con cinque o sei petali e ricoperti di zucchero a velo– che venivano serviti nelle feste di famiglia.

Dove ordinare pastissets a Es Mercadal? Un classico della pasticceria è Cas Sucrer, la cui storia di fabbricazione di dolci risale al XIX secolo.

Alaior

Degustazione di formaggi

Continuiamo verso l’interno, ad Alaior, sempre più vicini alla parte orientale dell’isola, a circa 15 chilometri dalla capitale.

Alaior è, in un certo senso, l’essenza di Minorca, soprattutto per la sua cultura della calma e l’architettura delle sue case. È ideale per passeggiare per le sue stradine, mangiare tapas, parlare con la sua gente e respirare lo spirito slow life, che è molto presente in questa parte dell’isola.

Ma una delle tradizioni più radicate in questo piccolo villaggio minorchino è l’amore per il formaggio. Come molti sanno, a Minorca si produce e si stagiona un formaggio locale a denominazione d’origine protetta: il Maó-Menorca. È una delizia, un tesoro. Viene servito in tutta l’isola, ovunque tu vada.

Nei più di 30 caseifici sparsi per Minorca, si servono quattro varietà principali, a seconda della durata della loro stagionatura: molle, semistagionato, stagionato e invecchiato. Dopo il formaggio Manchego, è la denominazione d’origine più importante in termini di volume di produzione, con 2,5 milioni di chili all’anno.

Dove si può assaggiare il formaggio Maó-Menorca? Sulla strada da Alaior a Arenal de’n Castell si trova la tenuta Subaida, dove si offrono degustazioni di formaggio, si mostra il processo di fabbricazione del formaggio e si può comprare un pezzo da portare a casa come souvenir.

Es Castell

Vassoio di Raons

Bisogna ricordare che Minorca è circondata dall’acqua, ed è per questo che molti dei suoi piatti sono a base di pesce e frutti di mare. Abbiamo già parlato dell’aragosta, ma ci sono anche triglia, cefalo, sogliola, cernia, sarago, orata, calamaro, spigola, pesce San Pietro, rana pescatrice, grongo… Bisogna anche sottolineare che i primi a trovare queste prelibatezze a Minorca furono i suoi pescatori, motivo per cui molte delle ricette di mare hanno la loro semplice origine in quella cucina a bordo delle loro barche da pesca.

Ci sono diversi piatti tradizionali come la raya al horno (razza al forno) o le albóndigas de escórpora (polpette di scorfano). Tuttavia, dato che ci troviamo a Es Castell, consigliamo di provare uno dei pesci più ricercati e apprezzati delle Baleari: i raoni, conosciuti anche in altre parti del paese come galante, loro, lorito, bodión o gorrión. È piccolo e molto gustoso. I llaüts (barche minorchine) escono a pescarli dal 1° aprile al 31 agosto, e dopo queste date non si trovano più nei menù dei ristoranti.

Dove provare i raons a Es Castell? Molto ben situato sulla terrazza del porto, bagnato dalla brezza marina, il ristorante El Trébol serve deliziosi raoni fritti su un piatto.

Sant Lluís

Oliaigua

I sentieri che si snodano nell’est di Minorca sono l’esempio più tangibile della sua essenza rurale. I paesaggi tra le fattorie imbiancate, i prati con le mucche e i parets seques (muri di pietra che separano i sentieri) sono meravigliosi. È un viaggio in sé. Infatti, le opzioni per fare trekking e combinare la campagna e il mare sono innumerevoli. Anche i Talayots (costruzioni preistoriche in pietra) fanno la loro comparsa in questa zona. Un esempio, l’insediamento di Binissafullet del X secolo a.C.

L’oliaigua è anche una buona scoperta da fare in questa parte dell’isola. Ed è anche, tra l’altro, parte dell’intenso passato e della lunga vita dei minorchini. È un piatto inventato dai contadini in tempi di penuria e molto facile da preparare: come dice il nome, si faceva bollire l’acqua e si aggiungeva l’olio. Quella era la base. Poi, si aggiungeva il sale per aggiungere sapore e qualsiasi altra cosa fosse a portata di mano, che di solito erano erbe aromatiche, pomodori, peperoni, cipolle o aglio. Veniva servito in una ciotola con una base di pane marrone tostato, talvolta accompagnato anche da fichi.

Dove mangiare oliaigua a Sant Lluís? Su uno di questi sentieri, vi imbatterete in Alcaufar Vell, uno di quei maestosi manieri (trasformati in hotel), il cui ristorante mantiene e difende l’amore minorchino per l’orto e i piatti locali, tra cui l‘oliaigua, naturalmente.