Alessandro Castagna: vivere e lavorare a Minorca

di Gloria Vanni

E poi arriva il giorno in cui il tuo editore ti chiede di fargli un’intervista. E non sai se sentirti “onorata” perché il senso di responsabilità ha la meglio sulla gioia.

E poi è questione di un attimo perché la curiosità ha il sopravvento e sono tante le cose che ancora non so di Alessandro Castagna, classe 1964, laurea in Scienze Politiche a Verona, Master in Marketing Turistico a Trento. E poi colgo l’occasione al volo e, come se lo avessi appena conosciuto, domando, ascolto e viaggio tra le sue parole e le sue esperienze. Perciò, buon viaggio a tutti noi!

Alessandro, perché vivi a Minorca, l’isola della calma, e non per esempio Mallorca o Ibiza?

«Credo sia merito dei miei genitori che mi hanno trasmesso l’amore per Minorca. Sono venuti qui nel 1963, in viaggio di nozze. Le strade non erano asfaltate e hanno girato l’isola in Lambretta. Sono arrivati in traghetto e ripartiti con un aereo da guerra, un Savoia Marchetti. Io sono sbarcato a Minorca la prima volta nel 1998. Ho incominciato a esplorarla e me ne sono innamorato comprando una casa a Playas de Fornells.

E, vacanza dopo vacanza, ad agosto 2011 mi sono trasferito a vivere a Minorca».

alessandro castagna voglio vivere cosi magazine

Com’è cambiata Minorca in questi anni?

«Sono aumentate le costruzioni, abbastanza con criterio direi. Le amministrazioni hanno realizzato cose pensate anche per i turisti e non solo per i locali. Sono nati diversi “hotel de interior o de incanto” che danno un valore aggiunto a Mahon e a Ciutadella. Hanno rifatto l’aeroporto, ci sono due cinema e alcune Spa, centri benessere degli alberghi aperti a tutti. L’isola si è mantenuta accogliente, con un suo ritmo, quel poc a poc di cui è semplice innamorarsi. È vero, nei mesi estivi le spiagge sono più congestionate ma un tempo per entrare a Cala Turqueta e in altre spiagge di Minorca si pagava».

Ecco, lo sapevate? Io no! Siamo fortunati, dunque: abbiamo la possibilità di andare ovunque sull’isola (anche) nel rispetto dei recenti divieti nati dalla necessità di proteggere l’ambiente. L’equilibrio è fragile e va difeso, tanto più quando sei Riserva della Biosfera Unesco dal 1993. Così, dal 2018 al faro di Favaritx e alle vicine spiagge (Cala Presili e Cala Tortuga), nonché alle spiagge di Macarella e Macarelleta possiamo andarci in taxi (piuttosto dispendioso: 40 euro a tratta) e servizio bus più conveniente: biglietto di andata/ritorno 7 euro.

Da Minorca, l’isola più magica delle Baleari, a Isola di Minorca, portale nato dall’intraprendenza di Alessandro e passo successivo a Voglio vivere così, magazine dedicato a chi vuole cambiare vita. Oltre all’italiano, Isola di Minorca dialoga in inglese, spagnolo, francese ed è una vetrina che vanta 700 mila visitatori unici l’anno (dati 2022), 34 mila fan su Facebook e un gruppo “Scoprendo Minorca, l’isola in tasca” dove scambiarsi opinioni, fare domande e trovare risposte/informazioni su località, spiagge, ristoranti provati e così via.

Alessandro, quali sono le cose che vuoi condividere su Isola di Minorca?

«A chi sogna di trasferirsi a Minorca sottolineo che questa non è un’isola per tutti: occorrono umiltà e spirito di adattamento, altrimenti l’isola ti respinge. A chi viene in vacanza consiglio di adeguarsi a tempi, luoghi, natura. Non si corre per le strade di Minorca: i limiti di velocità vanno rispettati. Se vai in spiaggia porta via la tua spazzatura e non spegnere e lasciare le cicche sotto la sabbia. Bastano pochi, semplici gesti per contribuire alla pulizia dei luoghi comuni. In particolare, noi italiani apprezziamo parcheggi e spiagge, gratuiti e puliti. Minorca ha bisogno dell’aiuto di tutti, sopratutto in estate quando tra residenti e ospiti le presenze raddoppiano e si triplicano».

Qual è la caratteristica saliente di Isola di Minorca?

«È un luogo d’incontro virtuale dove in estate arriviamo a quasi 5.000 utenti al giorno. Coloro che ci seguono oltre a leggere chiedono informazioni e vogliono sapere dove affittare auto e moto, dove mangiare specialità locali, come arrivare e così via. Poi, come spesso accade, se s’innamorano di quest’isola vogliono anche comprare casa. Ho diversi inserzionisti minorchini che fanno pubblicità. Sponsor che scelgo con attenzione, preferisco “pochi ma buoni”, soprattutto contenti!». .

Quali sono le informazioni più gettonate nel gruppo Facebook “Scoprendo Minorca, l’isola in tasca“?

«A seconda del periodo, cosa vedere al di là del mare, dove mangiare, che tipo di escursioni fare, cosa accade sull’isola, appuntamenti culturali e così via. Molti chiedono anche se è facile trovare lavoro a Minorca».

Che tipo è l’italiano medio presente sul gruppo?

«C’è chi è in famiglia quindi chiede informazioni per fare esperienze con i bambini. C’è chi viene per il mare ma anche voglia di camminare e conoscere le tradizioni dell’isola. C’è chi è sportivo e vuole sapere tutto su cavallo, canoa/kayak, trekking, Camì des Cavalls, snorkelling, vela, arrampicate…».

Dovete sapere che Alessandro Castagna è prima di tutto un viaggiatore, con un fisico asciutto che sembra sempre pronto a schizzare via, o meglio a partire per non si sa quale avventura reale e virtuale. Mi ricorda quello che “una ne fa, cento ne pensa” perché nella sua pentola bolle sempre qualcosa di nuovo. Tipo…

«Stiamo organizzando una serie di appuntamenti dedicati agli italiani residenti e a chi viene in vacanza, eventi per scoprire gli aspetti più segreti e insoliti di Minorca», risponde Alessandro che sta anche tornando anche a un vecchio amore, i gioielli dal mondo cui sta preparando un nuovo portale.

Ha lasciato l’Italia e ha cambiato vita perché a Minorca ha la sensazione di essere in pace con se stesso: sente il cuore più aperto e il cervello più rallentato. Effetto benefico dovuto alla natura. Più di ogni cosa l’ha colpito, aggiunge:

«L’inconscio collettivo dei minorchini, l’interconnessione tra le persone: tutti qui si conoscono e si “controllano”, tutti hanno un Pons o un Florit in famiglia. Ad alcuni tutto ciò va stretto, a me piace questa energia, è scambio umano e mi sembra di respirare l’aria di un’Italia anni Cinquanta».

È vero, anche se lui non era ancora nato e io degli anni Cinquanta ne ho vissuti solo tre. Ho parlato con Alessandro una prima volta a novembre 2016, stavo muovendo i miei primi passi sull’isola e volevo una voce amica che mi aiutasse a districarmi tra i “non si può fare“. È uno degli amici che fa parte della mia famiglia a Minorca. Come a Milano, accade di non vedersi spesso ma nel mio cuore c’è un posto per lui. E so che nel suo c’è uno spazio per me, poco importa se piccolo o grande. “E poi, e poi…” canta Giorgia e questa intervista finisce qui.

Se avete delle domande potete contattare Alessandro a questa mail (ma non prima di aver verificato se la risposta che cercate è già stata data nella rubrica che tiene su Voglio Vivere Così: “Vivere a Minorca).

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