Reinventarsi a 50 anni a Minorca diventando pizzaiolo

(La pizzeria ha chiuso definitivamente nel 2019)

di Gloria Vanni

Nome e cognome: Laura Gardella, Stefano Amadei

Luogo di nascita: Genova

Professione prima di venire a Minorca: proprietaria di un bar, proprietario di un’impresa di impianti elettrici.

Professione a Minorca: proprietari di Las Tres Carabelas, pizzeria – focacceria genovese a Es Castell.

Prendete due genovesi che ad agosto 2014 fanno il viaggio di nozze a Minorca e, come accade a tanti di noi, se ne innamorano e ci lasciano un pezzetto di cuore. Tornano a casa. Il 9 e il 10 ottobre Genova è ancora una volta sotto l’acqua, i torrenti Bisagno e Veilino esondano, l’acqua arriva fino a quasi due metri e Stefano perde tutto.

Prendete due genovesi non più giovanissimi che sono pronti a ricominciare da zero, non a Genova però. Perché a Genova l’alluvione non finisce mai.

Laura vende il bar e Stefano intanto va da un amico fornaio e impara a fare pizza – non lievitata: maturata! -, focaccia al taglio, focaccia con il formaggio (la specialità di Recco che vanta il riconoscimento d’Indicazione Geografica protetta, IGP), farinata di ceci. E decidono di iniziare una nuova vita a Minorca con l’idea di portare sull’isola prodotti e tradizioni liguri.

Stefano Amadei Las Tres Carabellas Es Castell foto gloria vanni

Girano Minorca in lungo e in largo. Poi, a Es Castell trovano un locale chiuso da tempo e un po’ decentrato rispetto alla celebre baia Cales Fonts.

Un’occasione e una sfida. A marzo 2016 Las Tres Carabelas, due tavoli all’interno e il doppio fuori in estate, apre i battenti. A 50 anni Stefano si reinventa come pizzaiolo (bravissimo, ndr) e sa fare anche una focaccia con il formaggio – due strati sottilissimi di pasta non lievitata fatta con farina, acqua, sale e olio di oliva, farcita con lo stracchino o crescenza che arriva dall’Italia – che è buona, anzi buonissima. Parola di genovese DOC!

«Usiamo solo prodotti freschi che tagliamo al momento », spiega Laura che passa dal servizio ai tavoli alle consegne a Es Castell e dintorni (sì, la pizza arriva anche a casa!), al telefono che squilla e una mano al pizzaiolo quando serve.

«Abbiamo mangiato focaccia al formaggio per mesi», dice Stefano e aggiunge: «I minorchini hanno i loro prodotti, non conoscevano lo stracchino e quindi non si fidavano. Poi, oltre alle pizze hanno iniziato a chiedere la focaccia e per noi è stata una piccola, grande soddisfazione. Abbiamo scelto di fare un locale accogliente e semplice, di servire sui taglieri di legno perché è un materiale rustico, naturale, genuino come le nostre pizze e focacce».

Il passaparola è come sempre la migliore pubblicità. Nel loro caso gli ingredienti sono il loro modo di essere (determinazione e umiltà), il loro modo di porsi (genuinità e gentilezza), le loro focacce/pizze: sottili e morbide le prime, croccanti e saporite al punto giusto le seconde. La farinata di ceci, altra gustosa specialità ligure, è su ordinazione.

Oggi sfornano anche 40 pizze al giorno e hanno un rapporto di collaborazione con il personale dell’Ospedale Mateu Orfila. Mercoledì sera propongono la pizza a 6 euro e ogni cliente ha una tessera punti custodita da Laura in cassa: ogni 10 pizze hai una pizza e una bibita in regalo. È un’idea che ha conquistato i minorchini.

A proposito di Minorca, anche Laura e Stefano apprezzano la tranquillità, la natura, gli inverni miti, la qualità di vita che l’isola offre. Cosa consigliereste a chi sogna di venire a vivere a Minorca?

«Prima di prendere qualsiasi decisione Minorca va vissuta in autunno e in inverno. Ad agosto ci verrebbe chiunque ma non è la realtà. Novembre e febbraio sono i mesi più difficili. A febbraio tutto o quasi chiude e anche i minorchini hanno la consuetudine di andare in vacanza. Noi siamo aperti tre sere la settimana (mercoledì, venerdì, sabato) anche a febbraio. E… basta pizzerie, ce ne sono abbastanza!», dicono all’unisono Laura e Stefano.

Las Tres Carabelas, le tre caravelle. Il locale si chiama così perché Laura e Stefano hanno pensato alla storia genovese e spagnola, quindi a Cristoforo Colombo che (forse) non è mai passato da Es Castell o Georgetown o Villacarlos, i tre nomi del primo comune spagnolo a vedere il sole.

Ci sono arrivati due genovesi con «… quella faccia un po’ così, quell’espressione un po’ così che abbiamo noi mentre guardiamo Genova», cantano Bruno Lauzi e Paolo Conte in “Genova Per Noi”. Randagi e migranti ci sentiamo noi genovesi, sorpresi e riconoscenti per l’accoglienza offerta da Minorca e dai suoi 93mila abitanti. Ogni nostro sorriso è anche un “grazie”.

Vuoi andare a mangiare da Laura & Stefano a Es Castell?

Chiama il +34 625197066 o vai sulla pagina Facebook LAS-TRES-CARABELAS.