Cosa cambia per i minorchini che vivono nel Regno Unito

Dall’inizio dell’anno manterranno i loro diritti, ma d’ora in poi non sarà facile trasferirsi in Gran Bretagna.

Questa è la Brexit. Uno scenario in cui un socio lascia il “club” europeo scegliendo di andare per la sua strada.

Finchè l’Inghilterra faceva parte dell’Unione Europea, si sono creati legami di ogni tipo: economici, sentimentali e di sangue.

Minorca non è estranea a questi cambiamenti poiché condivide una storia comune.

Si potrebbe anche dire che, in questo senso, accumula più esperienza di altri territori perché c’è stato un tempo in cui l’isola è entrata o uscita dall’ombrello dell’una o dell’altra sovranità con la firma di trattati e accordi, peraltro lontani dall’isola.

Ora, la realtà per i Minorchini che studiano, lavorano e vivono nel Regno Unito rimarrà la stessa, ovvero i loro diritti e doveri saranno mantenuti come lo sono stati fino ad oggi.

Più che un’estensione, questo è un modo naturale di normalizzare la situazione.

Il panorama pero’ è diverso per chi vorrebbe andare a studiare, lavorare o vivere nel Regno Unito.

I confini si ergono come erano prima che le isole venissero incorporate nel patto sociale, economico e politico, di conseguenza tutti i controlli e la burocrazia che vengono dispiegati su entrambi i lati di questi confini (inclusi porti e aeroporti) rallenteranno il traffico di persone e merci.

Come spiegato in un’intervista a Radio Minorca dal professore minorchino che vive a Newcastle Pau Obrador, la principale preoccupazione di chi vive oggi in territorio inglese è la pandemia, che in questo inizio di 2021 sta mostrando il suo volto peggiore.

Nel campo del turismo, Obrador spiega che nessuno sta ancora pensando alle prossime vacanze, dato che sia la Brexit, sia le difficoltà della mobilità dei cittadini britannici dovuta al rialzo delle frontiere, sia le registrazioni di casi di nuovi ceppi di COVID sono, al momento, l’unica priorità.