Alessandro Russo, Minorca

di Gloria Vanni

Nome: Alessandro

Cognome: Russo

Nato a: Vico Equense (Napoli)

Professione prima di venire a Minorca: responsabile vendite nel caseificio di famiglia

Professione a Minorca: responsabile commerciale

Per me Alessandro Russo è una persona speciale. L’ho incontrato una volta sola, per questa intervista. Occasione in cui le sue parole si sono mescolate a calore, energia, sorrisi e un accento che è un mix tra quello spagnolo e quello della penisola sorrentina. Momenti che mi hanno ricordato le parole di Charles Dickens: «Tu sei una persona di quelle che s’incontrano quando la vita decide di farti un regalo». Ecco, certi incontri, a volte, sono proprio regali.

Classe 1980, Alessandro è nato e cresciuto in quella porzione di terra sospesa tra il blu del mare e del cielo e il verde delle colline. Dopo il diploma al liceo Scientifico e qualche anno di università alla Facoltà di Ingegneria, inizia a lavorare nell’azienda di famiglia, il Caseificio Michelangelo a Piano di Sorrento. Caseificio che produce mozzarella fior di latte, caciocavallo, burro, ricotta, provolone del Monaco (Dop), diavoletti (mini caciocavallo con olive piccanti), sfoglie di mozzarella con prosciutto crudo.

alessandro russo minorca

La storia inizia con Michelangelo Gargiulo e Aida, sua moglie che, verso gli anni Quaranta del secolo scorso, creano la “Scamorza Michelangelo” a forma di caciocavallo con latte parzialmente scremato. Dopodiché, la sorella Cristina – nonna di Alessandro, ndr -, rileva l’attività negli anni Sessanta e intensifica la produzione famigliare che, come si legge sul sito, «conserva, tuttavia, l’antico metodo di lavoro: ritiro del latte, cagliata, lavorazione a partire dall’una del mattino per creare prodotti diversificati e genuini per i palati più esigenti».

In altre parole, è passione per le cose buone fatte a regola d’arte, come una volta. Alessandro ha la fortuna di crescere respirando ogni giorno questa filosofia di vita. Quindi, nel 2006 il proprietario romano di Finca Son Tema a Minorca contatta il Caseificio Michelangelo e propone a Michelangelo Di Filippo, zio di Alessandro, di trasferirsi sull’isola per fare la “mozzarella Made in Menorca”. Alessandro racconta:

«Quando tutto era pronto, mio zio mi disse: “Perché non vai tu?”. A ottobre 2007 arrivo a Minorca, per due settimane facciamo prove e test con mio zio e suo cugino, infine rimango da solo. Inizio a fare mozzarella fresca e mi rendo conto che c’è una differenza culturale enorme tra noi e i minorchini abituati al sapore intenso del formaggio Mahon. Utilizzo solo latte delle nostre mucche, senza conservanti, e per allungare i tempi di scadenza la metto sottovuoto. Sono il primo a dire che mettere la mozzarella sottovuoto è un’aberrazione ma sono necessari più giorni per venderla. Per me la mozzarella è fresca, artigianale, fatta ogni giorno. Allora decido di fare la mozzarella per la pizza, grattugiata o sfilacciata in sacchetti da 200 e 1200 grammi. La preparavo una volta la settimana, la portavo ad assaggiare a pizzerie e ristoranti e… non parlavo una parola di spagnolo!».

Così inizia una storia lunga otto anni e tuttora la mozzarella di Finca Son Tema è venduta sottovuoto. È la storia di un ragazzo di 27 anni che ha la passione per la pallavolo e, per quattro/cinque anni, tre volte la settimana, gioca nel Club Volley Ciutadella, vincendo anche due campionati delle Baleari. Poi, la squadra si scioglie perché c’è chi si sposa, chi ha figli e a Minorca la famiglia viene prima di tutto.

Alessandro ha pure la passione per i cocktail e prima di lasciare l’Italia fa un corso di barman. Così, una volta sull’isola lavora anche come barista all’Ars Café di Mahon perché…

«Era un modo per conoscere gente! Avevo 27 anni, ero solo e all’inizio non è stato facile. Sapevo che in qualsiasi momento potevo tornare a casa ma non sono uno che molla. Mi era stata data carta bianca e per me era anche questione di orgoglio personale. In breve, i primi clienti hanno iniziato a cercarmi, la produzione cresceva, l’estate era impegnativa e mi alzavo ogni notte per fare la mozzarella. Finalmente Martin Tuduri e sua moglie Antonia sono entrati in forza nel caseificio e così sono andato avanti fino a gennaio 2016».

Nel frattempo Alessandro vive a Es Castell fino al 2010, a Alaior fino al 2016, poi a Mahon e nel 2019 compra casa in Cami de Castell perché «comprare casa era un suo sogno» e precisa:

«È la casa che mi ha trovato! In ogni modo, quando compi 35 anni sei portato a fare dei bilanci. La mia esperienza di casaro era stata positiva, molto. Implicava però uno sforzo fisico importante e mi sono chiesto: voglio continuare così? La risposta era negativa, ero cambiato, mi sono reso conto che volevo più qualità di vita e più tempo per me. Meno stress, come ho raccontato in questa intervista a Voglio vivere così. Mi sono preso un paio di mesi per tornare a casa, in Italia, e nel frattempo qualcuno mi segnala che Sillas Menorca cercava una figura commerciale. Ho mandato il curriculum, abbiamo fatto un colloquio e mi hanno preso. Mi sono occupato di un prodotto tipico italiano a Minorca e ora mi occupo di un prodotto tipico minorchino a Minorca. Sono molto contento, ho trovato quello che cercavo, orari tranquilli, fine settimana liberi e qualità di vita».

alessandro russo minorca

A questo punto spendiamo due parole su Sillas Menorca, azienda che da oltre 25 anni produce sedie in legno e tela a Ferreries. Avete presente le classiche seggiole da regista? Ecco, una quindicina di persone produce sedie, sdraio, tavoli, sedie a dondolo, seggioloni in “stile regista”.

Tutto rigorosamente in legno e tela acrilica resistente alle macchie, idrorepellente, traspirante, che si asciuga rapidamente e si lava in lavatrice a 30°. In questo video, ecco come togliere la tela per lavarla o cambiarla.

Un brand con una sua identità, Sillas Menorca, da non confondersi con quelle in plastica, sottolinea Alessandro e aggiunge:

«Siamo fornitori di importanti aziende come Estrella Damm, di terrazze, bar, ristoranti, hotel, privati. Come responsabile commerciale, mi occupo anche dei clienti della Penisola».

Dopo le tue esperienze di vita nelle varie località dell’isola perché hai scelto di vivere a Mahon?

«Perché Mahon è più viva, più social, più città e le amicizie più strette erano/sono a Mahon. Ciutadella era troppo lontana da Finca Son Tema e, con gli orari che facevo, mi era impensabile di vivere lì, anche se mi sarebbe piaciuto».

Com’è la tua esperienza con i minorchini?

«Posso solo parlare bene dell’isola e dei suoi abitanti. Ho amici minorchini, catalani, spagnoli. Sono una persona tranquilla, sono entrato in punta di piedi, con rispetto per le loro abitudini che si sono mescolate con le mie. Sono riservati ma lo sono anch’io. Mi piace camminare e sono un’amante del mare in maniera vergognosa: faccio il bagno anche a febbraio! In inverno andiamo a fare escursioni, ci riuniamo a casa di amici, facciamo pasta e paella. In estate vado sulle rocce di Caló Blanc e amo le spiagge di Cala Mitjana, Son Bou, Pregonda… A proposito di luoghi incantati, a Minorca hai solo l’imbarazzo della scelta».

Cosa ti piace di Minorca, Alessandro?

«Di Minorca amo le spiagge, i paesaggi, la natura, le persone, le tradizioni, anche quelle gastronomiche come le tapas. Mi piace anche il fatto che sia a dimensione d’uomo, come il posto dal quale provengo».

Cosa consigli a chi vorrebbe venire a vivere a Minorca?

«Consiglio di venire fuori stagione e sentire se c’è sintonia con l’isola. Minorca non è per tutti. Trovo che sia fondamentale venire qui in punta di piedi e soprattutto rispettare l’isola e chi ci vive. Quindi, è indispensabile sentirsi a casa, sentire che l’isola ti accoglie come casa».

Sentirsi a casa è una sensazione forte e precisa. L’ho percepita quando a settembre 2016 sono arrivata per la prima volta all’aeroporto di Mahon. In quel momento, ero in compagnia di un sogno cambiare vita -, e di un piccolo trolley che a stento riusciva a contenere la mia curiosità. Non conoscevo Minorca, sapevo che aveva una sua identità, era abbastanza cosmopolita e non si era “venduta” al turismo. Ci sono ritornata a novembre, a gennaio, a febbraio e finalmente ho incontrato la mia casa.

Come Alessandro Russo amo i luoghi a misura d’uomo, intrisi di semplicità, dove ti saluti anche se non ti conosci e un sorriso, con o senza mascherina, è ancora un dono prezioso. Buona vita a tutti!