Italiani a Minorca

Secondo gli ultimi dati disponibili ci sono tra i 1500 e i 2000 italiani a Minorca. Molti hanno scelto l’isola come Buen Retiro ma molti altri ci lavorano o hanno avviato un’attività.

Qui non parleremo di loro (non estesamente almeno) ma di come loro vedono l’isola e di cosa li ha fatti innamorare di questo piccolo paradiso del Mediterraneo.

Non raccoglieremo però solo testimonianze positive di italiani a Minorca, perché l’isola non è solamente mare, sole, natura e tranquillità. E’ anche dell’altro che va raccontato e fatto conoscere. Buona lettura.

Alessandro Castagna – Vive a Mercadal – Ideatore del Magazine Voglio Vivere Così

alessandro castagna - minorca

Giugno 1998, pochi minuti all’atterraggio. Sorvoliamo l’isola abbassandoci lentamente. Guardo dal finestrino. Vedo scorrere muretti a secco, case bianche, distese di prati verdi di un verde smeraldo che mi ricorda l’Irlanda e un mare color turchese semplicemente unico.

Scendo dall’aereo ed è un colpo di fulmine istantaneo, il primo vero colpo di fulmine della mia vita legato ad un luogo, ad una terra, ad un piccolo universo di colori e silenzi che mi fa pensare: qui voglio venirci a vivere.

Ora, dopo tante estati passate in vacanza vivo qui da 4 anni e per me Minorca è tranquillità, pace, ritmi lenti e tanta luce. Ma anche gente riservata e un po’ schiva che però ha un grande solidarietà e senso della comunità. Su quest’isola, che molti artisti spagnoli e inglesi hanno scelto come Buen Retiro, la brezza ti accarezza d’estate e la tramontana d’inverno quasi ti porta via, il mare e la natura sono meravigliosi e circondano ogni cosa dando alle giornate un’energia che non ho trovato in nessun altro posto.

A chi mi chiede se è il posto ideale per viverci e magari trovare lavoro rispondo che dipende da molto fattori. Prima di tutto se si è disposti a vivere lontano dalle comodità e da quello che in generale offrono le grandi città. Poi va tenuto presente il periodo invernale che è spesso rigido, ventoso ed umido, di solito da dicembre a marzo.

Da ultimo il lavoro: qui se si conoscono le lingue e si ha esperienza nel settore turistico qualche lavoro è possibile trovarlo ne mesi estivi. Per il resto non ci sono grandi opportunità perchè l’isola non ha di fatto un tessuto industriale vero e proprio essendo per anni vissuta di agricoltura e allevamento. Detto questo Minorca è Minorca.

Chi se ne innamora la ama per quello che è: un’isola riservata, piena di energia e rispettosa dell’ambiente. Ma credetemi, anche per molte altre cose che solo chi capisce il suo spirito è in grado di apprezzare.

Cura una rubrica su Voglio Vivere Così Magazine per parlare dei vari aspetti dell’isola: Vivere su un’isola. Minorca, il mio rifugio

Maria Antonietta Muggianu – Vive a Mahon

ITB

Sono arrivata a Minorca tre anni fa con il mio fidanzato su una barca a vela. Dalla Sardegna, da un’isola all’altra, con la curiosità di scoprire un territorio nuovo e salpare presto in cerca di nuove avventure…Abbiamo gettato l’ancora e ancora giace lì nella Marina del magico porto di Mahon.

Siamo diventati terrestri, stregati dalla bellezza e dalla civiltà di questo piccolo paradiso nel cuore del Mediterraneo. Abbiamo addirittura avuto un bambino che adesso ha un anno. “Quale posto migliore per un’infanzia felice?” – ci siamo detti.

A parte il mare incantevole, la natura selvaggia, la luce unica e particolarissima, “ la desertificazione” del periodo invernale, di quest’isola mi aveva immediatamente colpita soprattutto il generalizzato atteggiamento positivo e ottimista delle persone, i sorrisi, la cordialità l’amabilità degli impiegati nei pubblici servizi, le persone che fanno ordinatamente la fila, la disciplina degli automobilisti, l’attenzione e rispetto per il pedone, la pulizia di strade e piazze.

Insomma: molta civiltà. Come nei paesi del nord ma con in più il sole! Conoscendo meglio gli abitanti ho poi scoperto che si tratta di persone molto discrete e riservate, ma con cuori grandi e infinita disponibilità sopratutto nei momenti difficili sempre attenti e curiosi nei riguardi dei nostri interessi e aperti alle nostre “diversità” e alla nostra musica.

Di Mahon mi piace molto la dimensione quasi di paese, dove tutti ci conoscono e salutano la mattina, ci chiedono come stiamo, si preoccupano se non ci vedono per qualche giorno e ci chiedono se i nostri ospiti, che si avvicendano regolarmente, si sono trovati bene a Minorca.

Ma è comunque una città con tutti i servizi del caso (che funzionano benissimo), le attività commerciali e la sua “internazionalità”. Di fatto, moltissimi dei nostri amici e conoscenti arrivano da varie parti della Spagna ma sono anche francesi, inglesi, filippini, arabi.. un po’ di tutto. Ma la cosa che più mi piace e colpisce di questo posto è la semplicità e l’ aderenza alla realtà dello stile di vita della gente.

Si nota anche nel modo di vestire delle persone. Molto lontani dalle nostrane corse all’apparire. Ognuno vive serenamente secondo le proprie possibilità senza cercar di mostrare cio che non si è…e questa è, secondo me, una delle più importanti espressioni di libertà di un essere umano e che rendono un posto non solo vivibile, ma meraviglioso.

Diletta – Vive a Es Mercadal

vivere a minorca

Sembra che di Minorca si sia detto tutto: Minorca è come una bolla di sapone, che ti tiene lontano dal mondo reale e ti fa vivere in una dimensione di bellezza, natura e silenzio.

Vero, ma Minorca non è solo questo. Insindacabili sono la bellezza mozzafiato della natura e del mare, ma Minorca, per quanto se ne dica, non è un’isola facile, ed i minorchini non sono mai così aperti come sembrano.

Gentili, certo, ma la gentilezza non sempre scalfisce la loro corazza. Non solo sono isolani, hanno anche alle spalle una storia difficile, dalla quale vogliono riscattarsi a tutti i costi. E soprattutto vogliono farcela da soli. Credo che questo sia il segreto per cui non sia sempre semplice adattarsi a Minorca.

I minorchini amano le loro tradizioni in maniera quasi viscerale: dalla lingua (che non è spagnolo, nè catalano) alle mode, alle tradizioni, alle abitudini ed alla cucina…condizioni su cui non cedono nemmeno un millimetro, e che quindi  vanno condivise se si vuole davvero entrare in questa società.

Io sono arrivata qui per la prima volta nel 1999, e devo dire che in 17 anni l’isola è cambiata moltissimo, anche se per me è ancora la bolla di sapone. Ho imparato a condividere la cultura, la storia, le tradizioni …un po’ anche la lingua dei minorchini.

Condivido con loro il senso di “occupazione” che si prova ogni estate, ed il relativo sospiro di sollievo quando il 1° settembre tutti pensano “ok ora ci riprendiamo l’isola”. Io amo questo posto proprio perchè da novembre a maggio si sente parlare solo minorchino.

Amo calarmi nella loro cultura, come le feste patronali, che non sono solo  Jaleo, nella loro quotidianità, amo studiare la loro storia (incredibile se si pensa a quanto sia piccola l’isola) scolpita nell’architettura più antica, e comprenderla. Solo così posso un giorno sperare che mi venga tolta l’etichetta di “furaster“.

In molti pensano che venire a Minorca risolva la loro vita: beh direi di no: non è facile nè entrare nel tessuto minorchino nè rimanerci. Non è un’isola dimenticata da Dio dove si vive con poco e manca tutto, anzi. Ma con volontà, pazienza (soprattutto) e costanza si può vivere davvero in uno dei posti più belli del Mediterraneo….

Laura – vive ad Es Grau – gestisce il ristorante Punt7 a Mahon

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Come raccontare la mia seppur breve esperienza da “Minorchina”? Questa è la terza estate ed è ormai passato il secondo inverno...e,  lo devo ammettere, sono “sopravvissuta” alla grande! Decidere a cinquant’anni di lasciarsi tutto alle spalle e ricominciare, non è facile, anche se si va nel posto più bello del mondo con il proprio compagno, ve lo assicuro.

Ma sono scelte di vita e, come per ogni scelta, ci sono i pro e i contro. I contro sono sicuramente tutti gli affetti di una vita lasciati e che, soprattutto nelle fredde e ventose giornate invernali, mi mancano, ma i pro sono sicuramente tanti: una vita più tranquilla, con ritmi che non ho mai vissuto (vengo da una città frenetica come Milano), la cordialità della gente del posto che mi ha accolto fin da subito con estrema gentilezza e disponibilità (Il tutto sta a come ti poni con loro, sei un “ospite” e devi rispettare, giustamente, le loro abitudini), e poi questa meravigliosa natura, che mi lascia sempre senza fiato, dalle scogliere a picco sul mare, alle calette nascoste, dalla campagna che mi circonda e che ogni giorno mi regala nuovi colori e nuovi profumi (vivo all’interno del parco naturale dell’Albufera di Es Grau), ai suoi tramonti infuocati che sembrano dipinti nel cielo, fino ai piccoli centri dove, chi come me non ha grandi pretese, trova praticamente tutto.

Ecco, questa è la “mia” Minorca, mia perchè ormai mi sento a casa, mia perchè quando torno in Italia e la lascio, dall’oblò la saluto con un po’ di malinconia, mia perchè quando torno, l’emozione mi sale in gola, riconoscendola, piano piano da lontano.

Amo osservarla dall’alto, per vederla e scoprirla da una prospettiva differente dal quotidiano e quando finalmente sono a terra il suo profumo invade le mie narici già all’uscita dall’aeroporto.

Sono a casa, sono tornata dal “MIO FAGIOLINO” (la sua forma che me lo ricorda), io la chiamo così, mi ISLA.

Cristina – Vive a Mahon – ha un blog di cucina spagnola e minorchina, Cucina Spagnola A Casa Mia

cristina

La prima cosa che mi colpì di Minorca fu il suo profumo. Era una domenica del gennaio 2007 e io scendevo dall’aereo per trasferirmi a vivere in questa isoletta senza esserci mai stata prima. Avevo fatto una ricerca su Internet e le foto che avevo visto mi erano bastate per dire addio al mio contratto a tempo indeterminato e alla mia vita padovana.

Da quel giorno sono passati più di 8 anni, mia figlia è nata qui, e posso dirmi ben integrata nell’isola.

Vivere a Minorca non è così facile come si potrebbe immaginare, gli abitanti sono di natura riservati e l’inverno freddo e solitario.

All’inizio mi colpiva molto il sabato pomeriggio di Mahón, quando i negozi rimanevano chiusi e non c’era un’anima per strada. Ho sofferto parecchio anche la mancanza di riscaldamento nelle case, fatte di marés, la porosa pietra locale con cui da sempre si è costruito qui.

Poi ho trovato uno dei pochi appartementi con termosifoni a gas e finalmente ho detto basta all’umidità che ti entra nelle ossa.

Con il tempo – per fortuna – grazie ad un lavoro a contatto con la gente ed ad un simpatico gruppo di amiche (italiane), ho ingranato la mia vita minorchina ed ho incominciato a godere veramente delle sue bellezze.

La natura è incredibile e va scoperta con delle lunghe escursioni a piedi lungo la costa. La tranquillità la fa da regina insieme alla filosofia del “poc-a-poc”, fare tutto senza stress. I minorchini sono dei veri maestri in questo, anche quando magari una mossa se la dovrebbero dare soprattutto in ambito lavorativo.

Per viverci bene però bisogna accontentarsi di quello che c’è, senza troppo pretese.

D’estate poi l’isola si trasforma, arrivano i turisti, il “traffico” (parliamo di 4 o 5 macchine in coda alle rotonde) ma anche le feste locali.

Con qualche bicchiere di pomada, il tipico gin-lemon locale, anche il minorchino più introverso si trasforma e diventa un cavaliere coraggioso pronto a sostenere dal basso -a suo rischio e pericolo- cavallo e caixer, il cavaliere. È un tripudio di gente, finalmente!

Adoro la mia isoletta, e se dovessi andare a vivere in una grande città, credo sarebbe un trauma ormai. Mi interessa però far capire a chi viene in vacanza e sta facendo un pensierino per trasferirsi qui che la vita a Minorca non è facile.

Molti mi hanno detto che non sei tu a decidere se vivere a Minorca o no, ma l’isola stessa che ti accetta o ti rifiuta. Giuro che è vero.

Patrizia – Vive a Ciutadella

ITD

Arrivati a Minorca per una vacanza nel 2000! Sin dal primo istante percorrendo l’unica strada che attraversa l’isola siamo rimasti colpiti dall’intenso azzurro del cielo, dalla natura incontaminata e dal senso di libertà e pace che ti trasmette.

Sono bastati quei pochi giorni per capire che sarebbe stata la nostra scelta per passare la vecchiaia. Stanchi dello stress quotidiano, dei problemi sicuramente legati alla crisi di questi anni, abbiamo deciso di accelerare il nostro cambio di vita.

Non vieni a Minorca per cercare fortuna…ma la qualità della vita è molto alta, riscopri che puoi essere felice con le piccole cose: guardare ogni giorno un tramonto e trovare sempre la differenza, camminare tra la gente incontrado sempre un sorriso e un saluto anche da chi non hai mai conosciuto, radunarsi per una barbacoa con nuovi amici e sentire di averne sempre fatto parte.

Ormai sono due anni che viviamo a Minorca, il solo passeggiare al mattino con il cane ammirando il mare meraviglioso, camminare in mezzo alla natura ti ripaga dai piccoli ostacoli che puoi incontrare agli inizi. Ecco questo è stato a farci scegliere Minorca: il farci sentire a casa.

Paolo Bianchi – Vive a Son Bou – Consulente presso “Menorca Travels”

Non so dirvi perché chiamano Minorca “La Isla Magica” ma quando all’ alba di alcuni anni fa entrai nel porto di Mahòn provai un’emozione particolare e quando alcuni giorni più tardi un caldo tramonto salutò la mia partenza sentii che li sarei ritornato per mai più ripartire (prefazione del libro “Minorca l’ultimo Paradiso del Mediterraneo”).

Sono passati ventitré anni da quel momento, da 17 anni vivo e lavoro a Minorca ma quell’ emozione non l’ho mai dimenticata. Minorca non ti lascia indifferente o la ami o la odi e se riesci ad amarla l’accetti così come è, con i suoi pregi ed i suoi difetti. Se non riesci ad amarla o ti ha deluso puoi sempre andartene, non sentiremo la tua mancanza ma per favore evita di parlarne male perché non lo merita.

Paola Ferroni – Vive a Son Parc – Direttrice locale del Golf Son Parc Menorca

la foto

Sono ormai passati 20 anni dal primo incontro con questa meravigliosa terra quando un tour operator italiano mi inviò qui per lavorare durante il periodo estivo mentre ero all’Università.

L’isola che è “per pochi ma non per tutti”, l’isola Bianca e azzurra, della calma e della tranquillità è un luogo dove le tradizioni si rispettano per filo e per segno fino all’ultimo dettaglio, un vero paradiso terrestre a poca distanza dall’Italia e dal resto d’Europa. Adesso vi chiederete, perché Minorca e non una delle meraviglie dell’Italia?

Sinceramente credo che la risposta sia il magnetismo che quest’isola produce o almeno mi produce, cosa che altri luoghi non riescono a trasmettermi. Per questo dissi: Un giorno verró a vivere qui! Quel giorno arrivó agli inizi del 1999 quando decisi di lasciare la mia famiglia, amici, lavoro e l’Italia per prendere le redini della mia vita.

Non dico che sia stato facile, anzi e soprattutto per il tema lavorativo visto che l’isola é in pieno lavoro solamente durante “la stagione”, quindi il cercare di mantenere il lavoro tutto l’anno é stato abbastanza sudato. Erano anche altri tempi e senza tanta crisi.

Comunque ero disposta a fare qualsiasi lavoro e orario pur di rimanere a Menorca, la mia Menorca. Appena arrivata e anche dopo alcuni anni ero sempre “l’italiana” ed é per questo che consiglio sempre a chi vuol venire qua che bisogna sapersi integrare e imparare non solo bene lo spagnolo (castellano) ma anche “el menorquin” perché vivere la vita a contatto con la società menorchina ti fa scoprire una Menorca totalmente distinta da quella turistica.

Il “poc a poc” qui é un must, chi ha sempre fretta si ritrova in un luogo dove questa parola nel vocabolario locale non esiste. Poi adoro il mio lavoro nel campo da golf, visto che mi permette di stare a contatto con diverse nazionalitá di clienti e anche se lavoro in ufficio, ho la fortuna di passare anche abbastanza tempo all’aria aperta.

Quello che amo di piú é che finita la giornata di lavoro, posso uscire dall’ufficio e godermi l’isola a modo mio, in inverno con i giorni di tempesta, in primavera con le escursioni a piedi, in estate al mare o in barca e in autunno preparando l’inverno che verrá, sola, con il mio compagno e anche con gli amici.

Non mi sorprendo mai di scoprire degli angoli nuovi di questo piccolo scorcio del Mediterraneo che per il momento é anche casa mia. Non dico che dobbiate venire a viverci ma almeno venite a vedere la sua bellezza e lasciatevi trasportare dai suoi ritmi e scoprirete un modo di vivere diverso sicuramente dal tran tran giornaliero di chi vive soprattutto nelle cittá.