Ti stai chiedendo perché un articolo sul padel su questo blog? Per almeno due motivi. Il primo è perché questo sport ha una storia insolita e ho pensato che sarebbe stato interessante condividerla. Poi, perché Minorca ha dato i natali a Gemma Triay, una delle migliori giocatrici di padel al mondo. Di lei ti parlerò in un altro post, ora addentriamoci in un sport nato per caso, o meglio per sbaglio e che ebbe successo in modo altrettanto casuale.
Uno sport nato per sbaglio in… Messico!
Data la sua popolarità in Spagna o in Argentina, viene da pensare che il padel sia nato in una di queste due nazioni. Invece è nato in Messico. Correva l’anno 1969 e Enrique Corcuera, imprenditore messicano appassionato di tennis, decide di fare costruire un campo da tennis nella sua villa di Acapulco.
Iniziati i lavori, però, si rende conto che lo spazio a disposizione non basta e così pensa di inventare una nuova area di gioco. Più piccola – 20 metri di lunghezza per 10 di larghezza -, con muri e reti affinché la palla non esca. È una soluzione in cui la palla, sempre in movimento, sembra schizzare impazzita da una parete al campo, poi ancora su una parete e così via.
Si gioca a coppie, secondo le regole del tennis, con l’aggiunta della possibilità di colpire la palla dopo il rimbalzo sulle pareti laterali che ora sono di vetro e a rete.
«La tattica di gioco consiste nel conquistare come coppia la posizione a rete, più favorevole per chiudere il punto, e nel mantenerla il più a lungo possibile», si legge su Wikipewdia e altre curiosità, per esempio sulle tipologie di colpi, le trovi qui.
Quando Alfonso de Hohenlohe porta il padel in Spagna
La storia racconta che a metà degli Settanta, Alfonso de Hohenlohe – erede di una famiglia austro-ungarica esiliata in Spagna -, sia ospite dell’amico Corcuera. Il principe scopre il padel, se ne innamora, lo porta in Spagna e il Club de Marbella accoglie i primi due campi di padel. Don Alfonso – come veniva chiamato il principe che per 15 anni fu sposato con l’attrice italiana Ira Fürstenberg -, fu l’emblema di Marbella e di una irripetibile epoca di glamour internazionale.
Sempre a metà degli anni Settanta, il padel arriva in Argentina e, in poco tempo, diventa tra gli sport più praticati nel Paese. Perché, sia a livello amatoriale sia agonistico, è un buon mix di divertimento, attività fisica, competizione.
Spagna: le donne sono più forti degli uomini
Dal 1992 il padel ha un proprio campionato mondiale e dal 2012 il World Padel Tour, circuito professionale che riunisce i migliori giocatori della classifica. Ha il suo centro nevralgico in Spagna, dove si gioca la maggior parte dei tornei in calendario, nelle categorie Open e Master, oltre alla finale dove accedono solo i giocatori più forti.
Dodici delle 16 più forti giocatrici al mondo sono spagnole. In coppia con Lucía Sainz, Gemma Triay è la numero Uno della finale del World Padel Tour Master Final. E anche a Minorca sono tanti gli appassionati di questo sport che si può praticare in ben 15 circoli.
Guarda questo video che raccoglie alcuni momenti di uno dei match più impressionanti del World Padel Tour 2020.
La strada per le Olimpiadi è ancora lunga
In Italia il padel è ufficialmente riconosciuto dal Coni e inserito nell’ambito della Federazione italiana tennis (Fit) nel 2008. Luigi Carraro, figlio di Franco Carraro, è presidente della Federazione Internazionale Padel dal 2018.
Il padel sta scalzando per popolarità il tennis, come conferma il continuo aumento di iscritti ai corsi. Con oltre 18 milioni di giocatori distribuiti in 90 paesi (dati del 2020), questa disciplina può essere praticata da giovani e anziani di entrambi i sessi. In più, per praticarlo non è indispensabile avere una forma fisica perfetta. La scienza conferma che è uno dei migliori sport per combattere l’obesità infantile oltre a insegnare a vincere e a perdere.
Detto ciò, la strada per le Olimpiadi è ancora lunga. Forse ai Giochi della XXXIII Olimpiade, per tutti Parigi 2024, avremo finalmente occasione di seguire anche le partite di padel. Il divertimento è assicurato perché è uno sport flessibile, creativo, dinamico e un po’ imprevedibile, molto divertente da guardare e da giocare. E l’Olimpiade è un sogno di tanti. Anche il tuo?