Nicoletta Cantù, reinventarsi a Minorca

di Gloria Vanni

Nome: Nicoletta

Cognome: Cantù

Nata: a Vimercate (Monza e Brianza)

Professione prima di venire a Minorca: studentessa di design e comunicazione al Politecnico di Milano

Professione a Minorca: assistent manager Comunicazione e Branding al Bambú Menorca

Qualcuno ha detto che «la semplicità è la necessità di distinguere sempre, ogni giorno, l’essenziale dal superfluo». Parole sagge. Penso che la vita, nella sua semplicità, sia anche meravigliosamente sorprendente. Ecco perché.

Nicoletta Cantù nasce e cresce in provincia di Monza e Brianza. A 15 anni conosce Giacomo, amico di suo cugino e più grande di quattro anni. Entrambi giocano a basket, hanno un breve flirt, poi ognuno fa la sua vita, ma rimangono sempre in contatto e si vogliono bene.

Dopo un anno negli Stati Uniti, nell’estate del 2006 Nicoletta decide di andare a Barcellona per imparare lo spagnolo. Nella capitale catalana trova anche lavoro: servizio attenzione alla clientela italiana in City Bank. Dopo sei mesi di banca, entra in Privalia – outlet online di moda, arredamento, cosmetica & co. -, come responsabile di un progetto di marketing. E ci resta fino al 26 di marzo 2017, quando arriva a Minorca.

Nicoletta Cantù

Con il Giacomo di cui sopra – che intanto vive e lavora a Minorca: qui la sua intervista -, si ritrovano a Barcellona. Nicoletta racconta:

«Ci sentivamo come amici, entrambi eravamo senza fidanzati. Poi, dovevo partire per il Kenya con un’amica, il viaggio va a monte e lui mi invita a Minorca. Alla fine mi sono detta: perché no? Volevo trascorrere 4 giorni a Minorca e poi andare a visitare le altre Baleari. Invece mi sono fermata da lui perché… è scoccata la scintilla. E, per la prima volta nella mia vita, ho perso un aereo!

Sono tornata a Barcellona e lui è venuto a lavorare per quasi tre anni a Barcellona. Anche se per lui casa è Minorca. Io non ero pronta, stavo crescendo a livello professionale: sono ambiziosa. Allora lui è tornato a Minorca e io lo raggiungevo ogni weekend. Così siamo andati avanti e abbiamo vissuto un “amore pendolare” tra gli aerei di Vueling e di Ryanair».

Poi, anche Nicoletta inizia a innamorarsi di Minorca, vivendola non solo in estate ma anche in primavera e in autunno: «È un’isola che non ti lascia indifferente», precisa. E aggiunge:

«Mi sarei dovuta trasferire nel 2016, a febbraio. Smontiamo la casa vicino alla Sagrada Familia. Avevo deciso di prendere un’aspettativa sul lavoro e mi accorgo che non sono pronta. Ho sempre fatto le cose di pancia e ho sentito che non mi sentivo ancora di lasciare Barcellona. Giacomo ha capito e ho continuato a vivere in quella casa mezza smontata con una bellissima terrazza. Poi, senza pressioni, quando ho capito di non avere più timori, sono venuta a Minorca e ero senza lavoro. Ho scelto l’amore. Per una come me che ha sempre lavorato è stato (quasi) un salto nel buio!».

Nicoletta sorride. Sorride spesso e ha un sorriso che incanta. Fatto il salto, cambiata la vita per amore, pensa di riadattarsi a una situazione diversa da quelle della grande metropoli. E pensa soprattutto a cosa fare come lavoro. Incontra Anja e la proprietaria del Boutique Hotel Jardí de Ses Bruixes a Mahon le affida la gestione di un nuovo progetto alberghiero: Casa Albertí ARThotel. Nicoletta racconta:

«Dopo una settimana ho iniziato a lavorare. Così, ho colto l’occasione, mi sono reinventata, ho imparato un nuovo lavoro. Mi sono occupata della gestione complessiva dell’hotel, prendendomi cura del cliente dal suo arrivo alla sua partenza, trattandolo come vorrei accadesse a me quando vado in un hotel o in una struttura. La prima stagione è stata dura ma anche una bella sfida. Ho fatto due stagioni, 2017 e 2018, poi nel 2019 le camere sono diventate 15».

Chi è il cliente di un boutique hotel nel centro storico di Mahon come Casa Albertí?

«Coppie, famiglie che cercano un tipo di alloggio per conoscere veramente Minorca dall’interno. Non è il cliente da villaggio tutto incluso. Sono persone che preferiscono una versione autentica dell’isola e con un certo potere d’acquisto».

Poi, nel 2019, Giacomo diventa General Manager del Bambú Menorca  a Binibequer Vell, ristorante e Sunset Bar con terrazza sul mare e convince Nicoletta a entrare nel team internazionale per occuparsi di comunicazione e branding.

«Un’altra sfida, ambiziosa, tosta, soddisfacente! Mi piace cimentarmi in qualcosa di nuovo. La ristorazione è per me un mondo sconosciuto che conoscevo solo di riflesso. Siamo aperti da aprile a ottobre e il bilancio è positivo. La verità è che io amo stare in mezzo alla gente», precisa.

Nicoletta, quali sono i prossimi cambiamenti del Bambú Menorca?

«Cambia la proposta gastronomica che mantiene l’impronta asiatica e si fonde maggiormente con i sapori del nostro Mediterraneo, con prodotti a chilometro zero e locali. C’è un rinnovamento in cucina, con uno chef originario di Barcellona, innamorato di Minorca e dell’Asia. Al suo fianco c’è Dean Lafosse, chef inglese da oltre 30 anni sull’isola».

Facciamo un bilancio di questi tuoi primi tre anni a Minorca?

«La sintesi è… una meraviglia! Ci sono stati anche momenti complicati però il cambiamento è positivo se lo fai quando lo senti da dentro. Sono orgogliosa di me stessa. Poi, si può sempre tornare indietro nelle cose e cambiare. Non ho mai sentito l’obbligazione di stare. Qui ho la mia casa, la mia storia, i miei animali, un imprecisato numero di cani e gatti. Ho sempre lavorato 12 mesi l’anno e a Minorca ho scoperto che posso avere tre mesi liberi e è bellissimo perché di solito facciamo sempre dei viaggi meravigliosi. Non mi sono ancora abituata alla Tramontana, il vento mi agita, non si può avere tutto!».

Cosa ti piace di Minorca?

«Mi piace tutto. Mi piace il tempo che scorre in modo diverso e si respira in maniera tranquilla. Dovunque guardi e sei, vedi un tramonto e la natura. Mi piace perché è la natura che ti entra dentro e non il contrario e l’uomo la rispetta. Amo queste spiagge, le infinite escursioni, i cammini delle pareti a secco… Da qualsiasi parte tu guardi, l’occhio è soddisfatto e ascolti il silenzio perché non ci sono rumori».

Com’è stato il tuo incontro con gli abitanti dell’isola?

«Come tutti gli isolani, anche il minorchino all’inizio ha difficoltà a aprirsi. Ha un forte senso di protezione verso casa propria e ha un po’ di timore verso ciò e chi che non conosce. Quando ti conosce, però, ti accoglie a braccia aperte».

Parliamo di futuro: cosa sogni?

«Sogno costantemente di tutto e di più. Con Giacomo stiamo insieme da dieci anni e ci scegliamo ogni giorno reciprocamente. Non ho in progetto di sposarmi. Il nostro progetto è stare bene, lavorare, viaggiare».

Cosa consigli a chi vuole venire a Minorca?

«Appena arrivata, qualcuno mi disse che l’isola o ti accoglie o ti respinge. È vero, questa isola ha un’energia strana e ha già deciso per te, se hai capacità di adattamento. Tutto ciò che ruota attorno al turismo è l’inizio di una storia, una storia diversa per ognuno con un comune denominatore: rispetto per l’isola e per i suoi abitanti».

Concludo questa intervista con un’altra frase, eredità di Sergej Esenin, poeta russo “teneramente malato di ricordi d’infanzia” che dice: «Mostrarsi semplici e sorridenti è l’arte suprema del mondo».

Nicoletta è sorridente e con leggera semplicità si racconta, vive, ama e scappa via. Quest’arte, insomma, è sua!

Vuoi saperne di più di Nicoletta Cantù?

Segui la pagina Instagram del Bambú Menorca

https://www.instagram.com/bambumenorca/?hl=it