Minorca e la Spagna ci riprovano. A fare cosa? A sostenere la candidatura dell’isola a patrimonio mondiale Unesco. Un riconoscimento che non sarà un traguardo ma un incentivo per proteggere e tramandare il patrimonio preistorico di Minorca alle generazioni future.
In particolare, stiamo parlando di oltre 1.500 siti preistorici sparpagliati in appena 700 chilometri quadrati di superficie e “Menorca Talayotic, un’odissea ciclopica dell’isola” è il titolo del progetto presentato dal Governo Spagnolo all’Unesco. In attesa del verdetto, vediamo i punti salienti del progetto.
Un giacimento culturale unico al mondo
La cultura talaiotica di Minorca abbraccia almeno due millenni e va dal 2.300 a.C. fino alla conquista romana del 123 a.C. Un passato che si racconta attraverso “navetas” (monumenti funebri collettivi), “talayot” – torri di avvistamento a forma di tronco di cono costruite in pietra a secco-, “taula” (in catalano significa “tavola”), insediamenti e necropoli che formano un patrimonio archeologico di valore incalcolabile e unico al mondo.
Tre anni dopo il primo tentativo, Minorca presenta nel 2021 un progetto che si basa sull’integrazione dei suoi monumenti preistorici nel paesaggio dell’isola e sul loro rapporto armonioso in un territorio vivo.
Alla scoperta di un museo a cielo aperto
Detto ciò, in “Menorca Talayotic, un’odissea ciclopica dell’isola” sono evidenziate diverse aree territoriali in cui troviamo monumenti che illustrano il periodo preistorico dell’isola trasformandola in un museo a cielo aperto. Vediamo ora di esplorare (solo) alcuni insediamenti sulla carta raccolti attorno agli 8 comuni di Minorca:
Sembra di essere in un altro mondo a Mao
1. Taulas di Trepucó (Camí de Gràcia – Trepucó);
2. Talatí de Dalt (al km. 4 della Me-1, Carretera Mahón – Ciudadela)
3. Talayot di Cornia Nou (Camí Vell de San Clemente, entrata da calle Curniola, POIMA, di fronte a Binipreu);
4. Poblat Talaiòtic de Sa Torreta de Tramuntana (Finca de sa Torreta. Parque Natural de s’Albufera des Grau);
Estrema densità e diversità di vestigia a Ciutadella
1. Naveta des Tudons (km. 40 della Me-1, Carretera Mahón – Ciudadela)
2. Son Catlar (Carretera Ciudadela – Son Saura)
3. Poblado talayótico de Torretrencada (km. 39 della Me-1, Carretera Mahón – Ciudadela)
Continua l’odissea di pietra tra mare e cielo a Alaior
1. Torre den Galmés (Carretera Alaior-Son Bou)
2. Torralba d’en Salort (Km 3 carretera Alaior-Cala en Porter) dove a ottobre si festeggerà il primo Festival di rievocazione storica di Minorca.
Leggende perse tra spazio e tempo a Ferreries
1. Navetas di Son Mercer de Baix (Finca Binigaus Nou, Carretera Ferreries – Es Migjorn Gran);
2. sa Cova des Coloms (playa de Binigaus).
La candidatura, un passo dopo l’altro
Così, il 1° febbraio il Ministero della Cultura consegna il dossier alla sede dell’Unesco a Parigi. Poi, a settembre di quest’anno una commissione dell’International Council on Monuments and Sites (ICOMOS) – organizzazione non governativa associata all’Unesco che si prefigge la conservazione dei monumenti storici e dei siti mondiali – verrà a Minorca per valutare dal vivo la coerenza di quanto proposto.
Quindi, a gennaio 2022 gli esperti dell’Icomos presentano un primo apporto provvisorio e a maggio quello definitivo. Purtroppo, l’invasione della Russia in Ucraina ha portato anche alla sospensione del 45° Comitato del Patrimonio Mondiale. Tutto sembra indicare che a gennaio 2023 verrà fissata una data definitiva per la prossima sessione del Comitato in cui si deciderà il futuro della candidatura talaiotica di Minorca.
Dal mio punto di vista, che l’iscrizione si realizzi o no, l’importante è che questo processo abbia permesso di consolidare le basi di una strategia di conservazione di un patrimonio comune. Una strategia che vede la gente di Minorca, come per l’arte dei muretti a secco, altro patrimonio Unesco, garante del proprio patrimonio.
La Lista del Patrimonio Mondiale Unesco
D’altra parte, Minorca non è stata solo la prima isola a impegnarsi a integrare l’intero territorio come Riserva della Biosfera, ma ha anche chiesto che il patrimonio culturale dell’isola, specialmente quello preistorico, fosse un elemento chiave dello sviluppo sostenibile.
Perciò, l’eventuale incorporazione della Minorca talaiotica alla lista del patrimonio mondiale è solo la ciliegina sulla torta di un concetto pionieristico di isola e di sostenibilità creato negli anni Novanta del secolo scorso. Una ciliegina che ci auguriamo di assaggiare perché le eccezionali opere ciclopiche di Minorca hanno le carte in regola per essere accanto ai trulli di Alberobello e alle necropoli etrusche di Cerveteri e Tarquinia.