Da sabato 20 marzo è in vigore la legge che vieta la plastica monouso alle Baleari

La legge 8/2019 su residui e suoli contaminati delle Isole Baleari sarebbe dovuta già entrare in vigore il 1° gennaio 2021 ma, la dichiarazione del primo stato di allarme e la pandemia hanno indotto il governo a ritardare l’attuazione.

È iniziato un cambiamento che porterà alla progressiva scomparsa di prodotti molto diffusi come piatti e cannucce di plastica, rasoi, bastoncini per le orecchie e per le caramelle, accendini, lattine, borse della spesa, bibite e bevande monouso e così via.

È un insieme di misure pioniere in Europa, nate da questi numeri: nel 2018 si sono raccolte 2.376 tonnellate di spazzatura al giorno.

Di queste, circa 867.234 tonnellate sono state per lo più incenerite o depositate in discariche.

Tutta questa quantità di rifiuti rende le Baleari la comunità autonoma spagnola che genera più rifiuti per abitante (ben 573 kg all’anno).

A queste cifre, dobbiamo anche aggiungere i rifiuti che abbandoniamo nell’ambiente e contaminano il mare e gli esseri viventi che lo abitano tanto che le Nazioni Unite avvertono che se non cambiamo in modo radicale, nel 2050 in mare ci saranno più plastiche che pesci.

È ovvio che non è che tutto accade dall’oggi all’indomani, tanto più in occasione di un cambiamento così radicale.

Perciò, la Conselleria de Medi Ambient ha pubblicato tre guide – consultabili sulla pagina web residus.caib.es – che spiegano, in modo semplice, ai principali settori interessati come agire d’ora in poi.

Chi sono i settori interessati?

Ristoranti, bar, alberghi; commercianti, importatori e distributori; comuni e strutture pubbliche.

Una quarta guida, dedicata al grande pubblico, ovvero noi consumatori, sarà pubblicata al più presto.