La moda artigianale su misura di Carmela Rosciano
Di Gloria Vanni
Nome: Carmela
Cognome: Rosciano
Nata a: Polla (Salerno)
Professione prima di venire Minorca: proprietaria di un atelier moda a Barcellona
Professione a Minorca: ideatrice e proprietaria di La Poderosa Lab a Mahon
I suoi occhi sono verdi quando è nuvolo, marroni quando c’è il sole. L’ho incontrata e fotografata in un soleggiato pomeriggio primaverile e lascio a voi la scelta del colore. Mi ha colpita lo sguardo di Carmela Rosciano, profondo, generoso, allegro. Forse perché è nata nel Cilento, a Polla, cittadina medievale a un’ora da Salerno? È una terra che vanta un Parco Nazionale dichiarato Patrimonio dell’Umanità Unesco nel 1997, accarezzata da sole, storie, leggende.
Carmela cresce nella natura e in un ambiente sartoriale: papà artigiano, mamma sarta e la moda è una scelta spontanea. La prima tappa del suo percorso di studi è l’Accademia Koefia – Scuola di Alta Moda a Roma dal 1951. Perché, spiega, «per essere stilisti, bisogna essere prima modellisti e sarti. Devi essere capace di creare un abito, dalla cucitura alla rifinitura passando per le tasche. Dopo tre anni di studi, al quarto fai uno stage in azienda. Sono stata una studentessa lavoratrice. Ho lavorato in un hotel a 5 stelle come “commis di sala” e questo mi ha permesso di essere indipendente. Roma è una città impegnativa! L’accademia è stata una bellissima esperienza, mi sono diplomata nel 2004 e abbiamo partecipato alla sfilata dell’Alta Moda Roma con una collezione ispirata agli Atzechi».
Nell’estate del 2004, Carmela arriva a Barcellona, frequenta corsi all’Accademia di Moda di Barcellona e collabora con un brand di moda giovane. Poi, ritorna a Roma per vari colloqui in aziende ma, aggiunge, «la gavetta dai grandi stilisti è gratis e io non potevo permettermelo. Quindi ho scelto di ritornare in Spagna perché c’erano più possibilità professionali per stilisti emergenti».
E qui entra in gioco La Poderosa: è il nome che Carmela dà alla macchina da cucire che le hanno regalato i suoi genitori. È il nome che Alberto Granado dà alla sua moto, una Norton 500 M18 del 1939. Con Ernesto Guevara de la Serna, il futuro Che, attraversano l’America Latina nei primi anni Cinquanta del secolo scorso e “Diari di una motocicletta” è un libro/film straordinario.
La Poderosa è una macchina da cucire portatile. Segue Carmela in ogni suo spostamento e diventa l’indiscussa protagonista del laboratorio domestico dove nascono creazioni su commissione e capi di moda casual. Così è fino al 2010 quando nasce il marchio La Poderosa Lab con proposte di prêt-à-porter urbano, due collezioni l’anno vendute ai mercatini.
Quando hai aperto il tuo primo laboratorio, Carmela?
«Ho aperto il primo La Poderosa Lab nel 2015 a Barcellona, a Santa Caterina El Born. Ero impegnata con due collezioni l’anno, i mercatini e ho iniziato a dare spazio alla formazione per studenti. Nell’estate del 2013 arrivo a Minorca, abbiamo creato un’associazione di artigiani, Sonart, e facevamo fiere, mercatini, eventi. Così sono iniziate le mie meravigliose esperienze sull’isola dove nel 2019 conosco Diego, italiano che lavora da sempre nell’industria automobilistica e a Minorca si è reinventato barman».
L’amore, dunque, porta Carmela a Minorca dove si trasferisce il 10 marzo 2020 e il suo laboratorio domestico è a Biniancolla. Diego ha le mani d’oro, come si suol dire, e con il suo aiuto Carmela apre a novembre 2023 il negozio a Mahon, al numero 2 di Carrer del Duc de Crillón.
Qual è l’idea di base di La Poderosa Lab a Mahon?
«Oltre all’autoproduzione, ci occupiamo di riparazioni, tappezzeria per la casa e, su richiesta, attualizzazione di abiti vintage e realizzazione di abiti su misura. Poi, mi occupo di formazione. Sono docente nella Scuola per adulti di Mahon (corso di modello industriale) e faccio formazione anche qui, di gruppo e privata, con corsi di taglio e cucito. I gruppi sono massimo di 3 persone e i corsi durano 2-3 mesi. I miei studenti sono minorchini e persone adottate dall’isola».
Viviamo nell’epoca del fast fashion e delle produzioni industriali a catena: qual è l’obiettivo di un progetto sartoriale come il tuo?
«Il lavoro artigianale è fatto su misura e quindi è più costoso. La gente sta prendendo coscienza di un dato semplice, ovvero che solo il 12% dell’abbigliamento si può riciclare. Quindi, è meglio comprare una cosa sola, fatta su misura che è per sempre. Il mio obiettivo è diffondere questa conoscenza e devo dire che, a distanza di quasi un anno, sono molto contenta. A Mahon c’è più richiesta che a Barcellona, soprattutto nelle riparazioni e nelle attualizzazioni di abiti vintage di mamme e nonne. Non è facile per una impresa emergente, a livello economico è dura ma il potenziale c’è e quindi occorre andare avanti».
L’ho appena conosciuta e poco dopo mi coinvolge nella sfilata solidale organizzata a Alaior da Alba, Aspanob e la Asociación Española Contra el Cáncer de Menorca. Mi sono divertita un sacco e ho toccato da vicino il “turco_jeans“, uno dei capi cult firmati La Poderosa Lab, realizzati con jeans riciclati.
Cosa fai quando non lavori, Carmela?
«Amo la natura e quindi mi piace camminare, pratico yoga, mi dedico al mio orto. Sono nata nel Parco del Cilento, ho bisogno di avere l’orto e il mare. Amo questa isola, mi ha sorriso e mi ha accolta: c’è un’alta qualità di vita, la natura per me è tutto. Poi, chi va via dal proprio posto d’origine, dentro di se sa che mai è per sempre».
Cosa consigli a chi sogna di trasferirsi a vivere a Minorca?
«Devi amare la natura e essere un po’ fuori dagli schemi. Se non ami la natura questa isola ti dà poco o nulla. Devi venire con una certa lentezza: questa è l’isola della calma, un luogo che ti invita a scoprirti. Minorca è sul quarzo, una pietra molto energetica e come tutte le isole qui si sente più forte. È ideale per godersi la vita nelle piccole cose di ogni giorno: in inverno alle 17 vai a vederti il tramonto e gli inverni sono bellissimi!».
Abbiamo diversi punti in comune, io e Carmela. La curiosità, la voglia di imparare, la sete di sapere, l’amore per il proprio lavoro… Poi, Carmela parla il catalano che io non so ma capisco e a gesti parliamo con chiunque, anche con le pietre. I suoi occhi sono speciali, sono marroni con il sole e verdi con le nuvole. I miei dal marrone non si scostano e così sia.
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